GIORNO DELLA MEMORIA SOTTOTONO: NÉ FIACCOLATE, NÉ GOGNA… ORA LA VERITÀ?

Ricordate un anno fa? Il Comune di Campiglia Marittima al centro del mondo!
Tutti i giornali italiani, ed anche il Washington Post, nominavano il nostro comune: si scomodarono Ministri, opinionisti e giornalisti! Un successo mediatico mai visto prima, “merito” delle rivelazioni del Sindaco Alberta Ticciati che rivela al mondo sul suo profilo Facebook e su quello del Comune che a pochi giorni proprio dal Giorno della Memoria:

Due ragazzine di 15 anni avevano sottoposto ad umiliazioni e violenze fisiche un bambino ebreo a causa del suo credo religioso.

Un vero capolavoro di comunicazione: quelle che vengono poi definite “carnefici”, “aguzzine”, “bulle”, “razziste” e “naziste” sono due “ragazzine” mentre la vittima è solo un “bambino” ed ovviamente non c’è dubbio, essendo ebreo, è per forza un atto “anti-semita”!

La Ticciati, compassionevole mamma, come ricorda in un altro suo post, solo per attaccare anche le famiglie di queste selvagge pestatrici, ha già emesso la sentenza! Sicura nel suo piano si rifiuta di parlare con le madri, come lei ma ovviamente meno brave, per sentire cosa avessero da dire, ma tendendogli la mano solo perché possano inginocchiarsi a baciarla in segno di scusa, magari sul palco della sensibilissima fiaccolata a cui sono tutti invitati a partecipare per “stigmatizzare” il comportamento ignobile delle due condannate.
Il piano è scattato: visibilità e santità a buon mercato, il prezzo da pagare? L’anima di due bambine, perché alla fine il “bimbo” ha 12 anni ma le “ragazzine” ne hanno 12 ed appena 14.
Eh sì perché in un paese di poche anime non è difficile tirare fuori dall’anonimato i nomi di queste persecutrici, soprattutto dopo averle sbattute sotto i riflettori in quel modo su giornali e TV con tanto di interviste a “La Vita in Diretta”.
Solo dopo lo spettacolo della Ticciati, di Giani e di tutti gli altri che, grazie all’impietosa ricostruzione dei fatti, garantita proprio dalle parole del Sindaco, sono saliti sul piedistallo a fare la morale, e finita la tempesta mediatica e scemato tutto il livore dei “buoni” nei confronti delle bambine e delle loro famiglie, sprazzi di verità sono riusciti a far breccia nel polverone del circo mediatico allestito…
FALSO è il pestaggio, FALSE le parole di odio addebitate ad una delle due bambine, FALSA l’aggressione coordinata delle due e ancor più FALSO il colorito racconto con punizioni corporali e frasi antisemite…
Di VERO c’è un filmato dell’accaduto , a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, e la testimonianza di altri bambini, TESTIMONI e anche VITTIME dell’accusatore che per primo avrebbe aggredito, minacciato ed offeso con termini razzisti, si, proprio lui, una bambina di famiglia partenopea (“Napoletana di merda”) ed una musulmana (“Marocchina di merda”), ignorate, colpevolmente o volutamente, che riportano però altri fatti trascurati ma non trascurabili.

Quello che emerge è che l’aggressione è la reazione alla minaccia subita e gli insulti sono la difesa, dell’amica, alla violenza del bambino, fatto passare per vittima, che invece alza le mani su di una bambina.

Quanti e quali danni possono aver subito le due bambine? L’ambizione politica e l’affermazione faziosa della propria bontà vale davvero il prezzo fatto pagare a quelle due? La verità è ancora importante o visto che ormai chi ci ha speculato ha “incassato” quanto voleva sarebbe meglio dimenticare, a costo che le due non vengano mai riabilitate ed altri possano subire di nuovo questo terribile trattamento?

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